• Prevenzione e screening

HPV DNA Test

La conseguenza rara di un’infezione comune:
così è stato definito il carcinoma della cervice uterina che è legato, nella quasi totalità dei casi, alla presenza del papillomavirus umano (HPV).

I dati internazionali confermano che l’infezione da HPV è molto comune tanto che, secondo le stime, il 70-80% delle donne sessualmente attive incontra il virus almeno una volta nella vita e nella maggior parte dei casi l’infezione si risolve spontaneamente senza provocare danni. Ma ci sono anche casi nei quali l’infezione rimane e riesce a trasformare le cellule cervicali fino a dare origine a un tumore. La buona notizia è che già da diversi anni esistono strumenti molto efficaci per diagnosticare queste trasformazioni prima che diventino pericolose, primo fra tutti il Pap-test al quale oggi si affianca anche il test HPV, frutto dei continui progressi medici e tecnologici.

Il test HPV è un test molecolare che ha l’obiettivo di andare a cercare sequenze di DNA del virus all’interno di cellule e tessuti. Le cellule analizzate sono le stesse che si utilizzano anche per il Pap-test e quindi anche le modalità di prelievo sono le stesse: con un’apposita spatolina si prelevano le cellule della cervice dell’utero, in particolare quelle dell’area definita giunzione squamocolonnare, il punto di passaggio tra i due tipi di cellule che compongono la cervice. “Ciò che cambia è come queste cellule vengono poi conservate e trattate: per il Pap-test vengono posizionate su vetrini per essere osservate al microscopio, mentre per il test HPV vengono messe in un mezzo apposito. ovarlo per sbaglio se non c’è (dando quindi un risultato falsamente positivo).

HPV test o Pap-test?

Il test HPV è molto più sensibile del Pap-test”, “trova più precocemente campanelli d’allarme che consentono di individuare le lesioni della cervice uterina e quindi è più protettivo. Un altro vantaggio non indifferente, sia dal punto di vista delle donne sia da quello delle autorità sanitarie, è che grazie alla maggiore sensibilità e alla precocità di individuare le lesioni, in presenza di un risultato negativo al test HPV utilizzato come screening primario, il controllo successivo viene effettuato dopo cinque anni e non dopo tre anni come succede dopo un Pap-test negativo. Il Pap-test resta comunque il test più specifico e riesce a identificare le lesioni che davvero rischiano di progredire in tumore e che dovranno essere seguite con maggiore attenzione.

E se il test è positivo?

Interpretare i risultati di un test e scegliere come agire in seguito richiede protocolli condivisi basati su prove scientifiche. Nel caso del test HPV bisogna innanzitutto distinguere tre differenti situazioni in cui è dimostrata la sua utilità clinica: come test primario nello screening, come test di triage (una sorta di ulteriore classificazione) dopo uno screening iniziale basato sul Pap-test. e infine come test di controllo dopo un intervento di rimozione di una lesione di alto grado (dette CIN2, CIN3 o carcinoma in situ).
“Quando il test HPV utilizzato nello screening primario dà un risultato positivo, viene letto anche il vetrino del Pap-test”. Se il Pap-test è positivo, si procede con la colposcopia e poi con le raccomandazioni e i percorsi secondo i protocolli in uso, mentre se il Pap-test è negativo, la donna viene invitata a ripetere il test HPV dopo un anno. Si tratta infatti di donne che hanno contratto l’infezione senza che vi siano state alterazioni cellulari e, nella maggioranza dei casi, ci si attende che tali infezioni si risolvano spontaneamente. “Se questo secondo test HPV è positivo si va alla colposcopia indipendentemente dal risultato del Pap-test, mentre in caso di test HPV negativo si torna agli intervalli di screening standard” chiarisce l’esperta.
Nel caso in cui lo screening primario sia basato sul Pap-test, il test HPV ha un ruolo come esame di triage. “Quando l’operatore che ha analizzato il vetrino trova alterazioni delle cellule di significato non determinato (identificate con la sigla ASC-US sul referto), il test HPV si rivela molto utile per selezionare le donne che necessitano di approfondimenti”. In particolare, un test HPV positivo indica una maggiore probabilità che ci sia una lesione sfuggita al Pap-test, mentre un test HPV negativo indica che la donna è a bassissimo rischio e può sottoporsi ai controlli standard.
Infine, nel caso di donne già sottoposte a intervento per eliminare una lesione, un test HPV positivo a 6-12 mesi dall’intervento identifica con elevata probabilità le donne a maggior rischio di recidiva che necessitano di controlli più frequenti, mentre un test negativo unito a un Pap-test negativo permette di tornare a intervalli di controllo meno frequenti seppure sempre personalizzati.
Il test HPV non è indicato per le donne con meno di 30 anni. Questo perché la maggior parte delle infezioni da HPV nella popolazione femminile si verifica all’inizio dell’attività sessuale, poi il sistema immunitario impara a riconoscere il virus e a reagire. Con un esame sensibile come il test HPV, la probabilità di trovare un’infezione in una donna giovane è molto alta, ma proprio queste donne vanno incontro facilmente alla risoluzione spontanea dell’infezione e delle lesioni. Sottoponendo al test le donne più giovani si rischia quindi di andare incontro a diagnosi scorrette e a eccessi di trattamento.

Ma cos’è l’HPV?

HPV: Human Papilloma Virus

Quando si parla di HPV (Human papilloma Virus) non si parla di un unico virus ma di una grande famiglia che comprende più di 100 tipi diversi di virus. Tra questi, molti non causano lesioni e non aumentano il rischio di tumore della cervice. Ce ne sono 12 attualmente definiti come cancerogeni e sono HPV 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59. Da non dimenticare che nel 70% dei casi di carcinoma della cervice i tipi coinvolti sono il 16 e il 18 (la cui infezione può essere prevenuta con i vaccini anti-HPV attualmente disponibili e utilizzati nelle campagne a invito delle ragazze dodicenni).
Oltre al tumore della cervice, il virus HPV può essere coinvolto anche nello sviluppo di tumori di altri organi, con percentuali differenti. Circa il 40% dei casi tumori dell’area genitale – vagina, vulva e pene – è correlato alla presenza di HPV. Nei tumori dell’ano la percentuale arriva anche all’80-90%, mentre nei tumori della regione testa-collo, in particolare quello dell’orofaringe, in Italia si arriva al 25%. E in tali tumori il virus coinvolto è quasi sempre il tipo 16, trasmesso attraverso i rapporti sessuali orali. Al momento non ci sono screening basati sulla ricerca dell’HPV per questi tumori, ma per quanto riguarda il tumore dell’orofaringe c’è grande interesse sul legame HPV-cancro. La presenza del virus sembra dare a questo tumore una prognosi migliore, anche se le terapie sono le stesse nei tumori positivi e negativi al test HPV.
Nella maggior parte dei casi, però, le infezioni da HPV si risolvono spontaneamente, senza lasciare conseguenze: solo alcuni degli oltre 100 ceppi di HPV identificati sono infatti associati allo sviluppo del tumore.

L’HPV può causare la formazione di:

  •  verruche o condilomi a livello dei genitali esterni
  • verruche sulla pelle
  • cancro della cervice, del cavo orale, del pene e dell’ano

Il cancro causato da HPV insorge nella parte del corpo in cui è presente l’infezione.

È possibile avere un’infezione da HPV senza saperlo?

Può succedere di non sapere di aver avuto rapporti sessuali con una persona infetta perché:

  • L’infezione non ha causato verruche o condilomi
  • Non si è fatto caso alle verruche (perché sono molto piccole o sono all’interno della vagina o del retto)

Cosa sono le verruche genitali o condilomi?

Le verruche genitali sono piccole escrescenze all’interno o intorno all’area genitale.
Le verruche genitali sono comuni: 8 donne su 10 contraggono questa infezione almeno una volta entro i 50 anni.
Le verruche possono comparire sulla zona del pube, intorno all’ano, sul pene (uomini) o all’interno della vagina (donne)
La maggior parte delle infezioni scompare da sola in 1-2 anni
Le infezioni che non scompaiono aumentano la probabilità di cancro
Esistono vaccini per prevenire la maggior parte delle verruche genitali che causano il cancro.

Quali sono i sintomi delle verruche genitali?

Le verruche genitali sono minuscole escrescenze molli, umide e di colore rosa o grigio sulla zona del pube, intorno all’ano, sul pene (uomini) o all’interno della vagina (donne)
A volte queste escrescenze diventano più grandi e ruvide e irregolari, assumendo l’aspetto di un mini-cavolfiore
A volte le verruche provocano bruciore o prurito

In che modo il ginecologo può stabilire se una persona ha delle verruche genitali o condilomi?

Di solito, il medico riconosce le verruche genitali dall’aspetto delle verruche
Se le verruche non hanno l’aspetto tipico delle verruche genitali, il medico può richiedere degli esami per il cancro e la sifilide

Per effettuare un test per il cancro, il medico potrebbe rimuovere le verruche e inviarle a un laboratorio. Se le verruche si trovano sul collo dell’utero, il medico può anche effettuare un Pap test. Con il Pap test, il medico raccoglie un campione di cellule dal collo dell’utero durante un esame pelvico, affinché siano esaminate al microscopio.
Per effettuare il test per la sifilide il medico richiederà un’analisi del sangue.

Come si curano i condilomi genitali?

Le possibilità sono:

  • Trattamento laser
  • Trattamento chirurgico
  • Terapia farmacologica locale

Quante sedute di laser vaginale occorrono per curare le verruche?

In genere sono necessarie al massimo un paio di sedute per asportare completamente i condilomi.

È dolorosa l’eliminazione dei condilomi?

In genere, mezz’ora prima del trattamento laser, il ginecologo applica sulle zone da trattare una crema anestetica così da non far avvertire alcun dolore durante il trattamento.
In caso di trattamento chirurgico si esegue un’anestesia locale.

Come si possono prevenire le verruche genitali?

L’HPV rappresenta uno dei virus a trasmissione sessuale; è importante la prevenzione tramite:

  • vaccinazione (somministrato mediante iniezione) può prevenire l’HPV.
Ragazzi e ragazze devono sottoporsi al vaccino a 11-12 anni o prima di iniziare ad avere qualsiasi tipo di rapporto sessuale, incluso il sesso orale
  • rapporti protetti, i preservativi sono d’aiuto, ma non possono prevenire del tutto le verruche genitali perché la pelle non coperta dal preservativo può contrarre l’infezione da HPV.

Prevenzione primaria

La buona notizia è che contro il tumore della cervice uterina abbiamo a disposizione strumenti molto efficaci di prevenzione, primo tra tutti il vaccino anti-HPV, disponibile oggi in diverse versioni ed efficace nell’evitare l’infezione e di conseguenza lo sviluppo del tumore.
In Italia da dicembre 2007 la vaccinazione gratuita è raccomandata e offerta gratuitamente alle ragazze nel corso del dodicesimo anno di età; a partire dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019 la vaccinazione è offerta gratuitamente anche ai maschi. Sull’efficacia della vaccinazione non ci sono ormai dubbi. Solo per citare un esempio, i risultati di uno studio recentemente pubblicati sulla rivista New England Journal of Medicine hanno dimostrato che, in una popolazione di donne di età compresa tra 17 e 30 anni nel periodo 2006-2017, la vaccinazione è riuscita a dimezzare l’incidenza cumulativa del tumore.
Oltre alla vaccinazione – considerata un intervento di prevenzione primaria – esistono anche altri strumenti contro il tumore della cervice uterina, primi tra tutti lo screening per la diagnosi precoce attraverso il Pap Test e il cosiddetto HPV test, un esame per la ricerca del DNA del papillomavirus.